Rodi (1912-1945)

L'isola di Rodi, la maggiore dell'arcipelago del Dodecaneso, diventò la sede dell'Ordine dei Cavalieri di San Giovanni a partire dall'inizio del 1300 e rimase tale, vivendo un periodo di grande splendore, fino al 1522 quando fu invasa dai Turchi, costringendo i Cavalieri a rifugiarsi a Malta, diventando così noti come Cavalieri di Malta. Nel 1912 l'isola passò in mano all'Italia, già impegnata nella guerra contro la Turchia in Libia e vi rimase fino alla seconda guerra mondiale.

Durante il periodo di dominio italiano, come anche nelle colonie africane, furono regolarmente emesse targhe. Inizialmente erano a caratteri neri su sfondo bianco, con la lettera R seguita da un numero crescente, come si può vedere nella prima fotografia, anche se di bassa qualità. Poi, a partire dal 1925 (?) divennero quadrate o rettangolari con caratteri bianchi su sfondo nero, seguendo lo stesso schema delle targhe italiane, inizialmente (fino al 1935) con il numero davanti alla sigla e successivamente con la sigla davanti al numero. La maggior differenza, però, é costituita dalla grande croce di Rodi presente sulla targa, come si può vedere nella fotografie numero 2, 3 e 4: era posizionata in vari posti o poteva anche non comparire affatto (fotografia numero 5, probabilmente dal 1935 in poi). Le fotografie numero 3 e 4 mostrano una coppia di targhe: la targa anteriore era molto più piccola come le targhe anteriori italiane di quello stesso periodo.

Targa di Rodi
Foto 1: Posteriore, fino al 1925(?)

Targa di Rodi
Foto 2: Con la croce (due righe)
Targa di Rodi
Foto 3: Con la croce (una riga, anteriore)
Targa di Rodi
Foto 4: Con la croce (una riga, posteriore)
Targa di Rodi
Foto 5: Senza croce (1935?)

Inoltre erano in uso diverse sigle: R (vedi fotografie), RODI e RD. É possibile che fosse usata anche la sigla GR (Governo di Rodi) oppure CR (Colonia di Rodi), ma la cosa non é certa. Per finire da segnalare la presenza del simbolo del fascio, come nelle targhe italiane.

Le motociclette avevano targhe molto simili, ma quadrate e più piccole.

Voglio ringraziare moltissimo Vincent Moens per avermi inviato le fotografie numero 1, 3 e 4, e Peter Auckel per la fotografia numero 2! La fotografia numero 5 è tratta dagli archivi di ALPCA.




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